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Il Circolo della Stampa – Sporting è uno dei più prestigiosi club italiani. Il circolo, situato in un’oasi verde nel cuore della città vicino allo Stadio Olimpico e a due passi dall'Inalpi Arena, teatro delle edizioni torinesi delle Nitto ATP Finals, conta circa 2000 soci. Il club come lo conosciamo oggi è iniziata nel 1957 quando il Circolo della Stampa, che aveva la sua sede nella dimora ottocentesca denominata Palazzo Ceriana – Mayneri in corso Stati Uniti 27, si è unito allo Sporting che risaliva al 1942.

Palazzo Ceriana – Mayneri, opera dell’architetto torinese Carlo Ceppi tra il 1884 e il 1887, è considerato la sede culturale del Circolo. I suoi saloni affrescati ospitano anche l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e l’Associazione Stampa Subalpina e rappresentano uno dei punti di riferimento anche per la vita culturale della città. Fra le iniziative culturali più importanti, nel 1980, sotto la presidenza di Alfredo Toniolo, venne istituito il “Premio Circolo della Stampa di Torino”.

La struttura, fin dalla fondazione nel 1942, si è sempre incentrata su una elegante club-house, sulla piscina di 40 x 50 metri con tanto di trampolino olimpionico per i tuffi e sul campo stadio ad anfiteatro, con una capienza di 4.000 posti a sedere. Complessivamente, il Circolo della Stampa - Sporting dispone di 22 campi da tennis di cui cinque coperti permanentemente, cinque in sintetico, 17 in terra rossa e complessivamente 14 campi coperti d’inverno. Il circolo comprende anche un campo da padel.

Proprio qui è andata in scena l'edizione 1961 degli Internazionali d'Italia, spostati eccezionalmente da Roma a Torino, prima capitale d'Italia per celebrare il centenario dell'unificazione nazionale. Un'edizione storica, conclusa con il trionfo in finale di Nicola Pietrangeli su Rod Laver che l'anno successivo avrebbe completato per la prima volta il Grande Slam, impresa poi ripetuta nell'era Open nel 1969.

Tra il 1948 e il 1973 il Circolo della Stampa - Sporting ha ospitato sei sfide di Coppa Davis e la finale del 1966 della Billie Jean King Cup, che allora si chiamava Federation Cup, vinta dagli Stati Uniti trascinati proprio dalla stessa Billie Jean King. Qui il circuito challenger ha trovato un porto sicuro permettendo a numerosi campioni di muovere i primi passi importanti sulla strada del professionismo; basti citare l’ex numero 1 del mondo Lleyton Hewitt o le colonne del tennis azzurro Fabio Fognini e Simone Bolelli.