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L’azzurro, n. 2 del seeding a Torino, è uno dei favoriti del Challenger piemontese. Grande fiducia e maggiore aggressività sono la chiave per salire ancora nel ranking. Ora obiettivo Roland Garros con uno sguardo alla Davis
14 maggio 2025
Dopo il secondo turno disputato al Foro Italico, Luciano Darderi è di nuovo in pista a Torino per il Piemonte Open Intesa Sanpaolo. L’anno scorso, dopo l’exploit a sorpresa a Cordoba, dove ha conquistato il suo primo sigillo ATP, il tennista azzurro era giunto in semifinale a Torino (sconfitto da Musetti).
Poi, nonostante il best ranking (n. 32 ATP) raggiunto nell’agosto 2024, l’avvio di stagione 2025 non è stato dei migliori. Ma dopo la finale a Napoli e, soprattutto, dopo la vittoria a Marrakech, 'Luli', attuale n. 46 del mondo, sembra aver acquisito maggiore consapevolezza e fiducia.
A Torino è testa di serie n. 2 e, ovviamente, è uno dei favoriti: “Dopo la semifinale dell’anno scorso quest’anno spero di poter fare ancora meglio; mi aspetto di giocare bene, prendere fiducia per i tornei che verranno e il Roland Garros, che è il grande obiettivo per le prossime settimane”, ha dichiarato Luciano nel pre-torneo. “Nelle due settimane di Napoli e Marrakech ho riacquistato fiducia. A Napoli stavo giocando molto bene in allenamento ed è stato importante disputare un torneo Challenger, questo mi ha aiutato molto anche per Marrakech. Ho giocato tante partite, non mi sono mai fermato”.
Luciano Darderi (foto FITP)
Come detto, Darderi è stato sconfitto a Roma da Jack Draper, ora giunto ai quarti: “Draper è un grandissimo giocatore e, anche contro di me, ha disputato una grande partita; per quanto mi riguarda, io ero un po’ teso nel primo set e poi nel secondo sono riuscito a giocare un po’ meglio, ho avuto sette-otto palle break che però non sono riuscito a sfruttare, anche perché lui ha servito davvero bene. Jack è uno dei più forti giocatori del momento. Il mio livello non è ancora da top dieci però spero di potermi avvicinare presto ai migliori del mondo”.
Il tennista italo-argentino, che da diversi anni si è stabilito definitivamente a Fano, città d’origine del nonno, è noto per la grinta inesauribile, la forza di volontà e il dritto potente. Ma quali sono le sue armi segrete? “Sono un po’ tutte le mie qualità messe insieme, ma è stato molto importante il salto mentale che ho fatto nell’ultimo periodo, questa è stata la chiave. Poi il gioco più aggressivo. Ultimamente sto cercando di attaccare di più e penso che questo aspetto si sia visto a Marrakech”.
Tanti miglioramenti con uno sguardo rivolto anche alla Coppa Davis: “Certamente è uno dei miei obiettivi poter essere convocato in squadra. Ovviamente il capitano punta ai migliori giocatori sul duro per Bologna, quindi spero di poter migliorare anche sul cemento per dimostrare che sono in grado di giocare anche su questo palcoscenico. Se non ci sarò, supporterò la squadra al massimo da fuori”. Quali sono gli aspetti da aggiustare, sul cemento? “Sicuramente migliorare in risposta, andando più in avanti, migliorando quindi anche il movimento delle gambe. È un tennis diverso, bisogna spingere molto di più ed essere molto più aggressivi”. Ma ora, focus su Torino, “Sì, spero di vincere anche se ogni partita sarà come una finale perché sono tutti fortissimi”.